"È tempo di promuovere nelle scuole una corretta educazione ai temi di salute facendo si che la salute diventi materia di insegnamento trasversale in tutte le scuole, in linea con gli insegnamenti dell’OMS e attraverso un’alleanza tra scuola e SSN, tenendo conto degli obiettivi, dei soggetti, delle risorse dei saperi umanistici e scientifici e delle relazioni che li legano, per cosi dire, attraverso un approccio scolastico globale".

Così il ministro della Salute Giulia Grillo ha aperto i lavori del convegno "Risultati dello Studio Nazionale Fertilità", che si è tenuto il 19 febbraio presso l'Auditorium di Lungotevere Ripa. Il Progetto CCM "Studio Nazionale Fertilità", si è concluso alla fine dell’anno 2018 e ha avuto l’obiettivo generale di raccogliere informazioni sulla salute sessuale e riproduttiva per orientare e sostenere la programmazione di interventi a sostegno della fertilità in Italia.
Durante il convegno, cui ha preso parte anche il sottosegretario alla Salute Armando Bartolazzi, è stato presentato il report Principali risultati del Progetto "Studio Nazionale Fertilità" con i risultati finali delle quattro indagini condotte e che forniscono una fotografia delle conoscenze, dei comportamenti e degli atteggiamenti in ambito sessuale e riproduttivo delle diverse fasce della popolazione, a partire dai giovanissimi, e un focus sulle conoscenze e comportamenti dei professionisti sanitari.

Alcuni dei dati emersi dalle quattro indagini

La maggior parte dei ragazzi e degli studenti universitari cerca le informazioni in ambito sessuale e riproduttivo su internet (solo 1 su 4 in famiglia), ma quasi tutti (94%) ritengono che la scuola dovrebbe garantire l’informazione su sessualità e riproduzione. La conoscenza dei fattori di rischio per la salute riproduttiva non sempre è adeguata e evidenzia un gradiente di conoscenze che peggiora dal Nord al Sud su diversi aspetti indagati.
Anche se l’uso della contraccezione tra i giovani è abbastanza diffuso, principalmente il preservativo, l’accesso ai consultori familiari da parte dei giovani è basso.
Riguardo la volontà di avere dei figli, quasi l’80% dei ragazzi immagina un proprio futuro con figli, tuttavia tale percentuale diminuisce notevolmente tra gli adulti. Infatti quasi la metà degli adulti intervistati (44%) dichiara di non essere intenzionato ad avere figli e le motivazioni sono legate principalmente a fattori economici e lavorativi e all’assenza di sostegno alle famiglie con figli, e alla sfera personale e della vita di coppia.
I professionisti sanitari, in generale, hanno buone conoscenze (3 su 4 hanno risposto correttamente nella maggioranza dei casi). Tuttavia si evidenziano bisogni formativi su alcune aree e sulla relativa comunicazione agli assistiti. È generalizzata, sia nella popolazione che tra i professionisti, una sovrastima sulle possibilità delle tecniche di PMA di risolvere sempre i casi di infertilità.

Gli interventi dei relatori del convegno

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Data di pubblicazione: 19 febbraio 2019, ultimo aggiornamento 27 febbraio 2019

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